LA GENITORIALITA’ TRANS* VA IN CORTE COSTITUZIONALE: IL TRIBUNALE DI COMO SOLLEVA UNA QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’ PER IL RICONOSCIMENTO DELLA FILIAZIONE IN CASO DI UTILIZZO DI MATERIALE BIOLOGICO CRIOCONSERVATO PRIMA DELLA MODIFICA ANAGRAFICA DEL GENERE.

Il Tribunale di Como era chiamato a pronunciarsi in merito al riconoscimento giudiziale della genitorialità di due bambini nati dalla attraverso tecniche di PMA omologa in una coppia di due donne.

La PMA “omologa” era stata possibile poiché le donne hanno utilizzato i gameti crioconservati dalla partner prima della correzione anagrafica del genere.
Nel caso di specie la donna aveva avuto accesso alla crioconservazione del proprio liquido seminale e aveva deciso di utilizzarlo solo successivamente alla propria affermazione di genere, in qualità di partner che ha espresso il consenso alla fecondazione assistita di tipo omologo con la propria unita civilmente. Pertanto il bambino è nato dall’unione del materiale genetico delle due donne.
La questione, ad avviso della scrivente, avrebbe potuto essere risolta dal Tribunale di Como attraverso il riconoscimento della genitorialità, essendoci sia la verifica del legame genetico, che la partecipazione consapevole e informata alle pratiche di PMA, da parte del “donatore”; il Tribunale ha invece ritenuto doveroso trasmettere nuovamente alla Corte Costituzionale la questione di costituzionalità sull’articolo 5 della Legge 40 del 2024 che esclude l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie conviventi dello stesso sesso. Tale questione, anche se parzialmente diversa, che era già stata affrontata nella sentenza n.221/2019 e la Corte aveva deciso di risolverla con una sentenza di rigetto, confermando la tenuta costituzionale del divieto alle tecniche di PMA per le coppie lesbiche.

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