LA CORTE COSTITUZIONALE CHIAMATA A PRONUNCIARSI SULL’ACCESSO ALLA PMA PER LE DONNE SINGOLE

Sempre sull’articolo 5 della Legge 40 del 2004 in tema di divieti di accesso alla fecondazione medicalmente assistita anche il Tribunale di Firenze ha deciso di sollevare una questione di costituzionalità per porre in dubbio la tenuta costituzionale della norma laddove vieta alle donne singole di poter accedere alla PMA.

In questo caso l’ordinanza di trasmissione alla Corte è molto sintetica. Ritiene il Tribunale che il divieto di accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per le donne singole violi il principio di uguaglianza, non essendoci alcun interesse costituzionalmente rilevante a giustificare la disparità di trattamento rispetto alle donne che invece siano in una dimensione di convivenza o coniugio. Inoltre si citano alcuni arresti della medesima Corte Costituzionale che riconoscono il diritto alla donna di farsi impiantare l’embrione crioconservato e portare avanti la gravidanza anche nel caso in cui il coniuge sia defunto o anche in caso di separazione quando il partner che aveva prestato il consenso non abbia più interesse ad avere quel figlio.

LA PROPOSTA DI LEGGE DI RETE LENFORD E FAMIGLIE ARCOBALENO

Si tenga conto a proposito di questa questione, ma anche delle altre questioni poste al vaglio della Corte Costituzionale, che la migliore soluzione a tutte le controversie tuttora pendenti o che potranno essere ancora oggetto di discussione nelle supreme Corti è un intervento organico del Parlamento italiano che sia capace di rispondere con efficacia alle domande poste dalle famiglie italiane sui temi dei riconoscimenti di filiazione, diritti di procreazione e diritti fondamentali a vedere riconosciuta la propria identità.

Un tale intervento legislativo è stato già studiato ed elaborato in un testo dalle associazione Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI e Famiglie Arcobaleno con la proposta di legge, messa a disposizione di tutti i gruppi parlamentari che la vogliano far propria, il 7 giugno 2022 (TESTO-PDL-FA-e-RL.pdf (famigliearcobaleno.org)). Alla stesura di questa proposta ha lavorato anche l’avv.ta Patrizia Fiore come socia di Rete Lenford – Avvocatura per i diritti LGBTI e facendo parte del gruppo di lavoro e studio che ha predisposto l’articolato.

Con tale proposta, chiamata Legge per l’uguaglianza e la pari dignità familiare, vengono introdotte quelle modifiche normative, davvero minime, che consentirebbero di superare tutti gli ostacoli ora posti alla pari dignità delle persone LGBTQIA+ che formano una famiglia e ai loro figli.

L’approvazione di questa proposta di Legge consentirebbe di non aggravare ulteriormente i Tribunali per i Minorenni di cause di adozione “in casi particolari”, cause che non solo impegnano e occupano il tempo e il lavoro di Tribunali che dovrebbero essere impegnati per bambini e bambine che si trovino in condizione di difficoltà, ma anche dei Servizi Sociali, che debbono impiegare risorse a svolgere istruttorie, lunghe diversi mesi, su famiglie che non hanno alcuna necessità di essere “vagliate”. Sia i Tribunali per i Minorenni che i Servizi Sociali e psicologici soffrono di gravi carenze di organico, e in questo momento storico dovrebbero potersi dedicare alle famiglie che fanno loro ricorso per problematiche di salute, disagio, povertà, conflittualità e violenza.

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